20.7.06

Grazie Alitalia

Non amo arrivare tardi agli appuntamenti, specie se si tratta di voli aerei da prendere. Ma, mio malgrado, arrivo giusto giusto in aeroporto; al check in solita fila, sbircio il banco riservato freccia alata, libero ! Mi precipito, affannato porgo passaporto biglietto e carta freccia alata, ed attendo. La signorina, gentilissima, mi chiede: ma non le sembra un po' presto ? Guardo l'orologio, no, non è presto, mancano quaranta minuti alla partenza. La signorina replica: guardi che lei ha il biglietto per il volo della sera che parte tra otto ore. Panico, sudore freddo. Ho dimenticato di cambiare il biglietto ! Mi giro, la biglietteria è stranamente vuota, schizzo. Londra Milano c'è posto, ma per il volo successivo sono in lista d'attesa. Lo prendo e prego.
Per emettere il biglietto perdo quasi mezz'ora per via della procedura, ma l'impiegato, per fortuna, per risparmiare tempo, contemporaneamente mi accetta. Corro: scale mobili, controllo bagagli, controllo documenti, negozi duty free, schermi informativi, ancora corridoi, scale mobili, ricontrollo dei documenti, consegna della carta di imbarco, scale, corridoi, soffietto e, finalmente mi siedo madido di sudore al mio posto. Ma l'aereo non parte. Nervoso guardo l'orologio ogni secondo. Il capitano annuncia ritardo causa congestione Malpensa. Calcolo mentalmente: in lista d'attesa bisogna arrivare prima, questa coincidenza se in orario mi lascia appena venti minuti, concludo: non ce la farò mai. Partiamo quaranta minuti in ritardo. Da sopra le nuvole penso a Malpensa, analizzo le forme di trasporto alternative, concludo che passerò otto ore a Malpensa anzichè a Londra.
Eolo, anche se non richiesto, ascolta la mia angoscia e spinge favorevolmente l'aereo che guadagna il ritardo. Atterriamo ed io torno a sperare. Frenesia dell'uscita, anche se contrario ai miei principi spingo, sgomito, sorpasso, non c'è soffietto. Maledico Malpensa, perdo il primo autobus, salgo sul secondo, mi raggiungono gli spintonati, sgomitati e sorpassati. Evito gli sguardi e mi metto in prima fila sulla porta. Corro: porte automatiche, corridoi, scale mobili, controllo bagagli, controllo documenti, corridoi, negozi duty free, saletta alitalia. Trafelato spiego all'impiegata che sono in lista d'attesa sul volo che sta partendo, lei controlla: stanno già imbarcando sull'autobus, corra al gate che io telefono. Ricorro: scale monili, corridoi, sale d'attesa, arrivo al gate. Il trolley ha le ruote fumanti. Non parlo più, esibisco biglietto, passaporto e mitica freccia alata.
La signorina si alza, esce, va nell'autobus, recupera un passeggero, è un assistente di volo che tornava a casa, lo riporta al gate, mi consegna la carta d'imbarco.
Evito di incrociare lo sguardo con chi mi ha ceduto il posto e penso: mors tua vita mea.
Sono in aereo sopra gli appennini, torno a casa !
Grazie Alitalia e grazie Freccia Alata.

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