20.2.10

Riflessioni

Guardavo lo specchio e lui mi guardava.
Guardavo quel mondo e lui mi guardava.
Dietro lo specchio non c'è niente.
Quel mondo non esiste senza di me, senza il mio mondo.
Eppure è perfetto, lo vedo.
Non è un'immagine, si sposta, è vivente.
Se io mi fermo, lui si ferma.
Senza la mia energia lui non c'è.
Io credo solo a ciò che vedo, sono come S.Tommaso.
Esiste ciò che vedo, ma vedo ciò che è o lo specchio ?
E se fossi uno specchio ?
Chiudo gli occhi ed il mondo cessa.

18.2.10

S'i fosse secchio


Cecco voleva esser foco p’arder lo mondo, io, invece, vorrei esser secchio.

S’i fosse secchio, conterrei l’mondo.

S’i fosse vela, lo parerei.

S’i fosse spugna, lo assorbirei.

Sì, vorrei essere secchio e grande ed immenso e senza buchi, per contenere tutto e nulla perdere.

Ogni attimo che passa, mi accorgo con orrore di perdere un pezzetto, un emorragia continua, inarrestabile, inevitabile.

E io m’affanno, fotografo, scrivo, m’appunto, assimilo, contengo e ritengo.

Ma passa l’attimo e qualcosa perdo.

Io so che l’ho perso, oddio, che mi sarò perso ?

I figli crescono, cambiano, momenti delicati, espressioni ch’io non riesco a trattenere.

I nonni, i genitori, amici ed affetti, all’improvviso se ne vanno, ed io m’accorgo che da mille invisibili e perfidi buchi perdo momenti preziosi.

Come un castoro erigo dighe, tane, nascondigli.

Ma come trattenere il vento e l’acqua ?

Mi sento come la strozzatura della clessidra, la sabbia scorre e non si trattiene.

Io son dannato a navigare sempre, sempre tra l’acqua, senza mai averla.

S’i fosse l’omo, com’i sono e fui,

gusterei i momenti felici et irripetibili:

la tristezza e le brutture, le scorderei tutte.

4.2.10

Su e giù


Corro verso il cielo che, dietro ai rami, si avvicina sempre più.
Sento il vento fresco sul viso, finchè, cessa.
Sono sospeso, disteso tra terra e cielo, parallelo ad essi, vedo l'azzurro intenso.
Riparto.
Il cielo s'allontana, il prato s'avvicina, lo sfioro, continuo, allontanandomene.
Ecco, adesso sono nuovamente sospeso, parallelo tra cielo e terra, ma non vedo più il cielo, vedo la terra pronta a richiamarmi a sé.
L'altalena, su, giù, su e giù.
Attimi di illusione d'esser librato in volo, la paura di precipitare, in un continuo senza fiato, finchè, non scenderò, attaccato alla terra.
Ieri ero giù, adesso risalgo nuovamente, ma so che tornerò ancora giù.
A che serve angustiarmi pensando che sempre, comunque, dovrò tornare giù ?
Meglio gustare gli inebrianti momenti di salita e sognare di volare, senza corde, nel cielo blu.