Corro verso il cielo che, dietro ai rami, si avvicina sempre più.
Sento il vento fresco sul viso, finchè, cessa.
Sono sospeso, disteso tra terra e cielo, parallelo ad essi, vedo l'azzurro intenso.
Riparto.
Il cielo s'allontana, il prato s'avvicina, lo sfioro, continuo, allontanandomene.
Ecco, adesso sono nuovamente sospeso, parallelo tra cielo e terra, ma non vedo più il cielo, vedo la terra pronta a richiamarmi a sé.
L'altalena, su, giù, su e giù.
Attimi di illusione d'esser librato in volo, la paura di precipitare, in un continuo senza fiato, finchè, non scenderò, attaccato alla terra.
Ieri ero giù, adesso risalgo nuovamente, ma so che tornerò ancora giù.
A che serve angustiarmi pensando che sempre, comunque, dovrò tornare giù ?
Meglio gustare gli inebrianti momenti di salita e sognare di volare, senza corde, nel cielo blu.
1 commento:
Molto bello, molto vero, molto saggio. Vorrei poter godere così pienamente dei momenti di "su", ma la mia natura - perversa - spesso prevale.
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