6.8.10

Apri la finestra



Fuori c'è il buio, fuori è freddo, fuori c'è il lupo.
Dentro c'è la luce, dentro è caldo, dentro è sicuro.
Sono nella mia stanza, qui sono al sicuro, qui sono in alto, da qui guardo il mondo senza che lui veda me.
Gli sconosciuti sono lupi, non sai chi sono, da dove vengono, dove vanno, cos'hanno nel cuore.
Uscirò un giorno. Quando avrò capito il bene ed il male, quando avrò conosciuto la gente, quando ne leggero il cuore.
E la polvere, che il tempo sfoglia, scende. Il vento non entra ed essa si posa. Lieve, senza rumore, come la neve.
La candela si consuma gocciolando e le ombre s'avanzano in questa stanza, che ancora non conosco.
La polvere attutisce i rumori da fuori, ammorbidisce gli spigoli delle forme che, ormai, sono solo nella mia mente; come la neve.
Fuori c'è la vita, nè buona nè cattiva, con le sue contraddizioni. Dentro, scende la morte, con le sue illusioni.
Venga il vento del temporale, s'infrangano le imposte, cada la pioggia sui frammenti di vetro, sia spazzata l'aria immota.
Cessata la tempesta, allora scenderà la calma, il sole uscirà dalle nuvole illuminando la stanza.
Gli occhi vedranno la vita, le narici la annuseranno, le mani la toccheranno, la bocca l'assaggerà.
Finalmente l'illusione del sapere sarà dissolta.
Libero, in questo mondo fluttuante.