17.8.06

Ciò che resta

Mia madre sta muorendo ed io, assieme a mia moglie e mia sorella, vado a prenderle l’abito per l’ultimo viaggio.
Rientro nella casa ove sono vissuto per tanti anni e, mentre loro cercano tra gli abiti, solo, mi aggiro per quelle stanze un tempo familiari.
Cerco ricordi, aiuti per perdere il meno possibile.
Salgo in mansarda, ecco la poltrona dove amava fare le parole crociate; scendo in cucina, ecco la lavagnetta della spesa, in un cassetto i suoi occhiali, vecchie riviste di prima che il male si manifestasse; vado in salotto, la vedo mentre spolvera i mobili; nel bagno, i suoi trucchi, rivedo i gesti delicati con cui li usava.
Ecco cosa resta, dopo l’onda della morte.
Il quotidiano, un gesto, un oggetto apparentemente banale, una scena, un sorriso.
Cose che non erano destinate ai posteri, ma per me, ora, sono invece le più importanti.
Comincio ad ammucchiare in una borsa, poi, capisco che ciò che cerco non è nei feticci, ma in un luogo sicuro ed esclusivo, dentro di me.
Nulla può la Mietitrice, che lei ha impresso la sua immagine, in me.
Io stesso, così come sono e sento, sono il prodotto anche di tutti coloro che amo. Come una spugna ho assorbito senza rilasciare, come coralli sono il risultato di superfetazioni, come un tronco sono formato da miriadi di anelli concentrici ove ho imprigionato anche parti di mia madre.
E nulla e nessuno mai potrà togliermeli perché sono la mia essenza.

8.8.06

Infausto agosto

Al solstizio di giugno il sole raggiunge la sua massima forza, la luce prevale sul buio, il calore dei raggi è benefico come l'abbraccio di una madre ed io gioisco.
Ma presto quel calore affettuoso e generante si secca. La forza avanza l'amore, la luce, che presagisce il declino, è disperata, dimentica l'abbraccio con l'ombra, la vede nemica e tutto brucia spietata al mezzogiorno.
E' agosto ed io soffro per tanta inutile violenza portatrice di morte.
Il mio cuore, però, già conosce l'esito della stolta battaglia, arriverà settembre riconciliatore coi ricordi dei passati momenti d'amore.
Il giorno di nuovo riabbraccerà morbidamente la notte, che, tenera, dimentica delle passate battaglie, lo ricambierà.
E verrà novembre pietoso al capezzale del giorno per prepararlo al prossimo trapasso.
Infine dicembre e gennaio, quando la notte da sposa amante ritorna madre amata.
E sarà al solstizio di dicembre, quando, in quei momenti di maggior buio, nel grembo della Madre si compirà il gran Mistero ed allora io, nuovamente, gioirò.