Lucide forme ambrate si snodano e si abbracciano tra loro.
Silenzio.
Attesa.
La lama lucente incide il velo sottile, che, traslucido d'olio, oppone una minima resistenza prima di cedere croccante.
Odori di remote isole meridionali, zibibbo, cannella, limone, scaldano le narici.
Le fauci diventano umide di desiderio.
Frammenti scomposti di mele asprigne, maturate nell'anice, languidamente adagiati tra gherigli di noce si offrono impudicamente.
Una dorata lacrima di miele scivola maliziosamente.
La mano tremante dal desiderio s'accosta timorosa di sconvolgere tanta bellezza.
Che sinfonia ! L'acidulo ed il dolce, l'esotico ed il nostrano, il secco e maschio anice avvinghiato all'umida e femmina mela. Nessuno prevale, tutti si completano.
E allora,
socchiudo gli occhi e mi lascio teneramente naufragare in questo oceano di sapori.
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1 commento:
Caro Gulliver, quindi la felicità esiste...anche se a picolli morsi!
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